Istituti di cura: dimessi

Nel 2013 sono state poco più di 210mila le persone curate nelle strutture ospedaliere della nostra provincia; nel 2000 invece il numero di dimessi fu quasi di 250mila unità (-15,1%). Il calo, coerente con la diminuzione dei posti letto, è attribuibile alle strutture pubbliche (-18,5%), in quanto i dimessi dalle strutture private risultano al contrario in lieve aumento.

Anche le giornate di degenza diminuiscono: da 1,8 milioni nel 2000 a 1,5 milioni del 2013 (-15,3%). Il calo è più consistente nelle strutture pubbliche (-17,5%) rispetto alle private  dove risulta pari al -3,5%.

Nel 2013 poco più di 8.800 dimissioni riguardano pazienti che avevano effettuato almeno un transito in un reparto di lungodegenza: questi pazienti risultano in forte crescita rispetto al 2000 (+34,8%). L'aumento è stato assorbito completamente dalle strutture private, che nel 2013 coprono il 55% del totale; nelle strutture pubbliche questo tipo di pazienti risulta in diminuzione (-11,1%).

Le strutture sanitarie della nostra provincia costituiscono un'opportunità per tanti pazienti di altre regioni che non trovano localmente la disponibilità o la necessaria specializzazione. Nel 2013, degli oltre 210mila pazienti dimessi nell'anno, il 71% sono persone residenti nella provincia di Bologna; il 9% dei pazienti arrivano da altre province dell'Emilia-Romagna, il 19% da altre regioni e l'1% dall'estero. Un paziente su cinque quindi non è residente in Emilia-Romagna. Nell'ultimo decennio a fronte di un calo pressoché generalizzato dei pazienti si registra invece un lieve aumento (+1%) di quelli che arrivano nei nostri ospedali dalle altre regioni di Italia.

Se invece spostiamo l'attenzione sui residenti a Bologna dimessi da un presidio ospedaliero della regione Emilia-Romagna, nel 2013 essi risultano 65.733, in calo del 15% nel decennio. La quota più rilevante è stata ricoverata presso l'Ospedale S. Orsola Malpighi (il 43,1% nel 2013); un'altra parte consistente si rivolge invece al Presidio Ospedaliero Unico (30,8%), nella stragrande maggioranza all'Ospedale Maggiore o al Bellaria.