Lavoro

La provincia di Bologna è da sempre caratterizzata da elevati livelli occupazionali, tanto da essere un polo attrattivo di lavoratori da tutto il Paese e non solo; i due anni migliori per i lavoratori bolognesi sono stati il 2006 e il 2008, quando il 72,4% dei residenti in età 15-64 aveva un'occupazione. In seguito alla crisi economica globale, iniziata nel terzo quadrimestre del 2008, questo indicatore è sceso in modo preoccupante sotto il 70%, toccando nel 2013 (67,8%) il punto più basso della serie decennale.

L'andamento maschile e quello femminile sono stati simili nell'arco dell'ultimo decennio, ad eccezione del 2011, quando l'occupazione femminile è cresciuta di quasi due punti percentuali rispetto al 2010.

Analizzando il tasso di occupazione delle differenti classi di età, i fenomeni più evidenti sono la crisi occupazionale delle classi più giovani (se nel 2006 oltre il 36% dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni lavorava, nel 2013 questa quota è scesa sotto il 15%) e la permanenza al lavoro delle classi più "anziane" (nel 2004 appena il 30% dei residenti tra i 55 e i 64 anni lavorava, adesso questa quota è superiore al 50%).  La motivazione di quest'ultimo incremento è da ricercarsi principalmente nei provvedimenti di riforma del mercato del lavoro e del sistema pensionistico.

Il numero assoluto di occupati si è mantenuto costantemente oltre le 440.000 unità a partire dal 2006, anche se i 442mila occupati del 2013 sono oltre 9mila in meno rispetto al valore registrato nel 2008.

 

La disoccupazione, generalmente su livelli fisiologici nella nostra realtà, dopo i minimi del 2008, negli ultimi anni è cresciuta sino a toccare, nel 2013, valori superiori all'8%.

Il dato più preoccupante è quello relativo alle classi d'età più giovani: oltre il 45% dei ragazzi in età da 15 a 24 anni nel 2013 non ha trovato lavoro; in particolare il tasso di disoccupazione maschile ha superato il 50%, sorpassando negli ultimi anni quello femminile.

Le persone in cerca di lavoro di oltre 35 anni sono anche esse aumentate in misura rilevante, facendo registrare in questa fascia d’età un tasso di disoccupazione nel 2013 del 5,8% (era 1,6% nel 2004); in questo caso il tasso di disoccupazione femminile è cresciuto maggiormente, rispetto a quello maschile, oltrepassando la quota del 7%.

Il totale dei disoccupati, che nel 2008 si era collocato su valori appena più alti delle 10.000 unità, ha superato le 40.000 nel 2013.

 

Oltre agli occupati e ai disoccupati, la popolazione è costituita anche dagli inattivi, cioè coloro che non lavorano e non cercano lavoro. Il tasso di inattività nella provincia di Bologna nell’ultimo decennio è sceso di circa due punti percentuali.

Il calo della componente maschile e quello della componente femminile sono stati all’incirca della stessa entità, anche se il tasso di inattività femminile si è mantenuto costantemente al di sopra di quello maschile di circa undici punti percentuali.

Analizzando le singole classi di età negli ultimi dieci anni si nota come il tasso di inattività, in aumento nella popolazione giovane, risulta in calo per la popolazione appartenente alle classi di età più mature (a seguito del ritardo nei pensionamenti determinato dalla nuova normativa).

Nel 2013 gli inattivi residenti in provincia di Bologna erano poco meno di 163mila.

Sul sito del Dipartimento Programmazione del Comune di Bologna, nella sezione dei dati statistici, sono disponibili alcune tabelle di approfondimento sulla tematica. Inoltre sono stati presentati dal Dipartimento degli studi approfonditi sul mercato del lavoro bolognese.